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Calcio
Ventura, che confusione
di Mimmo Carratelli (da: il Mattino dell'11.11.2017)
È l’apocalisse, è la catastrofe, è il disastro sportivo. Va male per la nazionale di Ventura l’andata dello spareggio fra Italia e Svezia (0-1) per la qualificazione al Mondiale dell’anno prossimo in Russia.

Poca cosa l’Italia. Solo una squadra di generosi lottatori. Idee di gioco zero. Pallacce lunghe, mai una vera manovra, mai un gioco accettabile.

Svezia più determinata, atleticamente scintillante e con un suo gioco ben preciso, tutto foga, ma anche giocate apprezzabili. Gli svedesi sono andati sempre a mille.

A Solna, nella contea di Stoccolma, in uno stadio beffardo, la Friends Arena, un campo di pochi amici, anzi avversari cattivi e feroci, l’Italia nella ripresa prende un gol su tiro deviato da De Rossi dopo essere uscita indenne dall’inferno del primo tempo e scarica sul palo il tiro del pareggio di Darmian.

Incomprensibile l’impiego di Eder per Belotti (65’) e Insigne per Verratti (76’) mentre il match è solo corsa e lotta violenta.

I senatori dettano il modulo della paura (3-5-2) e Ventura esegue abbandonando la libidine del 4-2-4. E poiché Chiellini ha dichiarato guerra al guardiolismo, ecco una nazionale di anziani marcantoni e marcatori, il meglio della vecchia Juve col ritorno alla BBC.

Fuori la qualità e i friccicarielli (Insigne, Florenzi). Palla lunga e pedalare. Olè.

È una corrida, una partita corpo a corpo, la vera tattica scelta dagli svedesi fisicamente esuberanti, di buona tecnica, in costante anticipo sui nostri, pressing alto e feroce.

L’Italia accetta lo scontro. Subisce, ma sa arginare la marea svedese nel primo tempo. Gli azzurri sembrano risorgere nella ripresa, non vogliono fare più da sparring-partner.

Ma è nel secondo tempo che la Svezia va in vantaggio e lo difende con grande forza.

È stata più dura del previsto. Svaniscono presto i cross di Darmian che al 6’ mette Belotti davanti a Olsena: colpo di testa fuori. Il primo cross di Candreva arriva al 38’.

Per dire che la Svezia ha sempre la palla e il più piccolo degli svedesi Forsberg (1,79) si esibisce anche nei colpi di tacco.

L’Italia non ha gioco. De Rossi risucchiato davanti alla difesa. Verratti rallenta la manovra d’attacco con continue giravolte. Belotti e Immobile attendono inutilmente un pallone giocabile.

Ma è il ritmo degli svedesi che mette fuori partita l’Italia. Gli svedesi ci sbeffano. Provocazioni, scontri e colpi proibiti in campo.

Alla vigilia, il quotidiano “Aftonbladet” spara in prima pagina una grande foto di Buffon con la scritta “Buffon, è l’ora della pensione”.

Sugli spalti i cinquantamila svedesi sono scatenati, ma si fanno sentire i mille italiani da Quarto a Marsala a Stoccolma.

Fuori dal Mondiale come 59 anni fa? L’Italia di Foni affondata a Belfast dall’Irlanda del nord schierando quattro oriundi (Ghiggia, Schiaffino, Montuori, Da Costa) con Bugatti, il gatto volante del Napoli, in porta.

Ma c’è il precedente dello spareggio di 19 anni fa con la Russia che incoraggia. Pari a Mosca (1-1) e vittoria a Napoli (1-0) con un gol di Casiraghi.

Coraggio, guardiamo. Lunedì a Milano la resa dei conti (senza Verratti squalificato) e forse con una nazionale più propositiva.


SVEZIA-ITALIA 1-0

ITALIA (3-5-2): Buffon; Barzagli, Bonucci, Chiellini; Candreva, Parolo, De Rossi, Verratti (76’ Insigne), Darmian; Immobile, Belotti (65’ Eder).

SVEZIA (4-4-2): Olsen; Krafth (83’ Svensson), Lindelof, Granqvist, Augustinsson; Claesson, Larsson, Ekdal (56’ Johansson), Forsberg; Toivonen, Berg (74’ Kiese Thelin).

ARBITRO: Cakir (Turchia).

RETI: 61’ Johansson.

Possesso-palla 36/64.
Tiri in porta: 3-2.
Tiri fuori 3-5.
Passaggi completati: 263-483.

Ritorno lunedì 13 a Milano.
11/11/2017
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