Contatta napoli.com con skype

Approfondimenti
Manca un'idea di città.
Manca la sensibilità artistica
di Angelo Forgione
Mentre si discute di megacorni sul lungomare, la Galleria "Umberto I" mostra tutte le vergogne dell'incapacità amministrativa di Napoli.

Un lungo, lunghissimo restauro dal termine ancora imprevedibile che non è un restauro ma un violentissimo schiaffo alla città.

Nessuna regia da parte della colpevole Sovrintendenza nel coordinare i vari stabili e obbligarli a rispettare il colore-matrice, e del Comune che se n'è lavato le mani, col risultato delle diverse tinte di giallo e di beige, e la Galleria è diventata multicolor.

Eppure, pur ispirandosi al modello milanese della "Vittorio Emanuele II", l'architetto Emmanuele Rocco creò una Galleria più ricercata e sfarzosa nelle decorazioni in stile Liberty, un vero trionfo dell’architettura tardo-ottocentesca.

Ma a chi guida il decoro monumentale della monumentale Napoli questo sembra non importare affatto, e allora il confronto con la "gemella" di Milano è sempre più impetoso.

Quella di fianco al Duomo è un vero salotto, dove le insegne commerciali sono tutte regolamentate, su fondo nero con marchi in oro, e illuminate da lampioni storici lungo le pareti laterali; a Napoli gli spazi appositi esistono per progetto, ma sono completamente ignorati e ognuno fa come gli pare.

Quasi tutti sparano luce sulla cartellonistica con fari moderni che, tra l’altro, a chiusura delle attività, consegnano il luogo alla penombra delle lampade sull’altissima copertura, più alta di quella meneghina.

Chi le ha viste entrambe si accorge di quanto sia più bella e più sciatta quella di Napoli, tempio del liberismo, dei venditori ambulanti, dei calciatori metropolitani.

E sapete come è stata restaurata la ‘Vittorio Emanuele II’ di Milano in vista dell'Expo? 13 mesi di lavori, senza ponteggi.

Certo, con i soldi dell'evento e con un costosissimo ponteggio mobile (https://www.youtube.com/watch?v=So1EvxQU6D0) che andava avanti e indietro senza disturbare i frequentatori, ma ciò che conta è che la Sovrintendenza milanese ha seguito i lavori e alla fine è stata riscoperta l’originaria bicromia delle facciate.

La ‘Umberto I’, dopo i continui crolli che hanno annunciato per una decina d'anni la morte del povero quattordicenne Salvatore Giordano, motivo che ha imposto il restauro (sperando che almeno la sicurezza sia stata ripristinata), è una galleria sfregiata dall'individualismo e dall'incuria di una città che prova a nascondere dietro l'incremento turistico le vergogne del suo decoro disatteso.

La Galleria è solo la punta dell'iceberg del decoro mancante di Napoli.
Manca un'idea di città. Manca la sensibilità artistica. Manca il saper far splendere uno scrigno di tesori.
Forse manca qualcuno che ami davvero Napoli.

Il corno ci sarà. Lo "scuorno" c'è già.
17/6/2017
RICERCA ARTICOLI