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Approfondimenti
Le amenità del Capo di Posillipo
di Franco Polichetti
Cercherò, augurandomi di riuscirci, di spendere qualche parola per fare chiarezza sulle denominazioni molto somiglianti, di siti che invece indicano, monumenti e parchi di Napoli, ben distinti tra loro.

Un gruppo di queste, quasi, omonimie è quello dei siti collocati alla base ed alla sommità dell’alto costone tufaceo della collina di Posillipo. Eccone i nomi:

• Parco Vergiliano
• Parco Virgiliano
• Parco Archeologico di Posillipo o Pausilypon
• Parco Archeologico sommerso di Posillipo
• Villa della Gaiola a Posillipo

Dò inizio ad una sintetica descrizione del primo e del secondo Parco nell’ordine sopra evidenziato.

Il Parco Vergiliano
da non confondere con il quasi omonimo Parco Virgiliano; i due nomi infatti differiscono solo per la e Vergil… anzicchè Virgil… secondo che si faccia riferimento al nome latino Vergilius ovvero italiano Virgilio.

Il Parco Vergiliano dunque si trova a Piedigrotta, alle spalle della chiesa di Santa Maria di Piedigrotta, nei pressi della stazione ferroviaria di Mergellina a sinistra prima dell’imbocco della Galleria Quattro Giornate.

Si tratta di una piccola oasi di serenità, in centro città, ritagliata alla base del costone rivolto ad est della collina di Posillipo dove secondo la tradizione si trovava la Tomba di Virgilio.

È un piccolo sito ma di grande rilevanza storica, archeologica e culturale.
Prende il nome dal poeta latino Vergilius (Virgilio in italiano), il cui cenotafio era collocato nel colombario (vedi foto di Dante Caporali) di cui restano ancora oggi importanti vestigia, posto nel pianoro al termine del viale che lo attraversa.

Partendo dall’ingresso, avviamoci per i tre tornanti del verdeggiante viale in salita.
Al termine del primo tornante incontriamo un'edicola in piperno che mostra due lapidi fatte porre nel 1668 dal viceré Pietro Antonio d'Aragona.

Queste lapidi elencano le malattie che potevano essere curate grazie alle acque termali di cui l'area flegrea abbonda.
La lapide è da collegare anche al tema degli affreschi dell'antica cappella di Santa Maria dell'Idria o Odigitria.

A metà del secondo tornante incontriamo uno slargo antistante l’accesso ad un’ampia grotta, al cui imbocco campeggia un enorme Altare: la tomba del celebre poeta Giacomo Leopardi.

La tomba è rappresentata da un'alta ara con base quadrata alquanto larga, come è evidenziato dalla foto di Camilla Ruffo.

Sull'ara è presente solo il nome del poeta e a suo fianco si trova una stele, incisa sulla pietra, firmata da Vittorio Emanuele III, per attestare l'attendibilità della tomba da parte del governo italiano.

Infine, collocate alla destra dell’imboccatura, troviamo due lapidi ambedue provenienti dal pronao della vecchia chiesa di San Vitale, di Fuorigrotta, dove era stato sepolto Leopardi dopo la morte.

La prima testimonia che i resti del poeta hanno avuto questa nuova sistemazione, la seconda, proveniente dallo stesso pronao, che reca il testo della sanzione a firma del Re Umberto I di Savoia, approvata nel 1897 dal Parlamento Italiano, per cui la tomba del poeta fu dichiarata Monumento Nazionale.

Il Parco venne istituito nel 1930, allo scopo di recuperare l’area dal forte degrado e dalla minaccia di crolli del costone tufaceo della collina di Posillipo.

A lungo è stato di proprietà privata ma fu poi stato acquisito dallo Stato dopo l'Unità d'Italia.

Fu risistemato nel 1885, in occasione dell'apertura dell'odierna galleria delle Quattro Giornate, ma intorno al 1930, in occasione del bimillenario delle Celebrazioni Virgiliane, fu sistemata a Parco, per volontà del latinista e archeologo napoletano Enrico Cocchia.

Quasi dimenticata per lunghi anni di abbandono e d’incuria il Parco fu restaurato e riaperto al pubblico nel 1976.

Continuando a percorre il viale in salita arrivati al suo termine troviamo un pianoro, su cui si eleva il colombario che conteneva il cenotafio del poeta Virgilio.

Un edificio a torre con ampio ed alto basamento a pianta quadrata, sormontato da un ambiente circolare sulle cui pareti interne sono presenti i vuoti di numerose nicchie una delle quali conteneva i resti di Virgilio, che quasi con certezza morì a Napoli come è attestato anche dalla nota epigrafe Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc Parthenope; cecini pascua, rura, duces.

Nel costone tufaceo che lo sovrasta, da tergo, si apre l’imboccatura lato Napoli, dell'antica ''Crypta Neapolitana'' (o Grotta di Posillipo), una galleria lunga ca.700 mt. scavata in epoca romana, per facilitare i collegamenti tra Napoli e i Campi Flegrei, realizzata dal noto architetto romano Cocceio.

L’imbocco della galleria è preceduto da un vestibolo a cielo aperto, sulle cui pareti di destra e di sinistra sono ancora presenti i resti degli affreschi dell'antica cappella di Santa Maria dell'Idria o Odigitria cioè di colei che indica la via delle acque (da poco restaurati).

Attualmente la galleria è chiusa per ragioni di sicurezza, ma in essa dal medioevo fino a quasi tutto l’ottocento, in continuità con la tradizione dei più antichi riti dionisiaci, si svolgevano, negli ultimi due secoli in occasione della Piedigrotta, riti orgiastici, quasi sempre sfocianti in eccessi sessuali; per questa ragione i riti furono definitivamente proibiti, e la galleria chiusa.

Parco Virgiliano
Detto anche Parco della Rimembranza, è un parco panoramico sistemato sull’estrema punta pianeggiante del promontorio di Coroglio affacciato sul tratto di mare circostante l’isola di Nisida.

Per la sua straordinaria posizione a dominio dei golfi di Napoli e di Pozzuoli offre uno dei più splendidi panorami del mondo.

Il Parco si estende su un'area di circa 92.000 m² a 150 m s.l.m., sul promontorio della collina di Posillipo.

Al di sotto del parco ad una profondità di circa 150 metri fu realizzata in epoca romana la grotta di Seiano che sarà l’oggetto di trattazione nel successivo paragrafo.

Al Parco si accede dalla salita di Posillipo attraverso il viale Virgilio, tramite un'entrata monumentale che conduce ad un piazzale nel quale campeggia una fontana di recente costruzione.

Il Parco è sistemato a terrazze che affacciano sull’incantevole panorama del golfo di Napoli, e poi su tutto il tratto di costa che da Castellamare arriva a punta Campanella e da lungi più a sud: Capri, Procida ed Ischia, con il Vesuvio ad est.

Da esso si ammira lo spettacolo delle caratteristiche e ripide pareti di roccia gialla segno evidente della sua costituzione tufacea cosparse alla base di erosioni marine formanti, talvolta, cavità e grotte.

Fu realizzato a cavallo degli anni venti e trenta su disposizione dell'Alto commissariato per la Provincia di Napoli e aperto nel 1931 (anno IX dell'era fascista) come Parco della Vittoria o della Bellezza.

Fu in seguito definito Parco della Rimembranza fino a quando, grazie all'iniziativa di Guido Della Valle, il noto filologo napoletano, assunse il nome di Virgiliano in onore del poeta romano.

È datato 1936 il progetto per l'organizzazione del verde da parte dell'illustre arch. Pietro Porcinai grande esperto dell’architettura del paesaggio.

Negli anni sessanta fu realizzato al suo interno un impianto sportivo comprendente un campo da calcio ed una pista di atletica.

Nel 1975 venne creata una cavea per concerti sul versante della baia di Trentaremi.

Dopo un lungo periodo di degrado e incuria, nel 1997 fu decisa la riqualificazione del parco, che fu riaperto ai cittadini solo nel luglio del 2002.

Grande novità fu la chiusura al traffico di tutti i veicoli a motore, che in precedenza avevano libertà di accesso all'area verde.

Nell'ambito di un progetto di tematizzazione dei parchi urbani del comune, il Virgiliano è stato identificato come "Il Parco letterario", ispirandosi al tema de "La Napoli del Grand Tour", e attraverso nuove installazioni di cartelloni (con brani o pensieri di viaggiatori del Settecento, come ad esempio Goethe, Madame D’Esthal ed altri famosi artisti) in punti panoramici.

Dovrebbe in tal modo diventare simbolo del soggiorno napoletano di chi compiva il Grand Tour ed evocare impressioni, sensazioni e giudizi espressi da artisti dell'epoca in visita in Italia.

Arresto qui la prima parte della mia descrizione rimandando gli amici interessati, alla lettura di una seconda parte conclusiva di tutto l’argomento.
27/7/2016
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