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Recensioni
“Una donna tante donne”, un libro di M. R. Vitiello
di Giovanna D’Arbitrio
“Una donna tante donne” (Ed. Albatros), di Maria Rosa Vitiello, candidato al Premio Pavoncella 2016, dedicato alla creatività femminile, si è classificato tra i primi cinque libri scelti dalla Giuria nel settore Narrativa tra diverse opere proposte quest’anno da note case editrici.

Molto più alto senz’altro il livello rispetto agli altri anni, con libri complessi e originali sia per contenuto che per forma.

La casa editrice Albatros ha così presentato il libro: “Una donna: quante realtà diverse può essere una donna durante il suo percorso? Una bambina, una ragazza, un’adulta, una moglie, un’amante, una complice, una madre, un’amica, una nonna, un sogno, una speranza. Eppure è sempre una, come uno è il diamante che mostra mille sfaccettature iridescenti. Siamo in un tempo che sembra lontano millenni, ma che ancora palpita nel cuore di chi l’ha vissuto ed è oggi tra noi. Seconda metà del Novecento: la guerra è ¬ finita da poco, il Paese si organizza e lentamente si ricostruisce. C’è gran fermento in casa della piccola Marina, sei anni, mentre si attende lo zio d’America. In poche semplici parole, Maria Rosaria Vitiello riesce a dipingere un quadro straordinario e dettagliato su un’Italia ingiallita dal tempo. Quello stesso tempo che abbraccia le radici di tutti noi”.
Dai cenni biografici apprendiamo che Maria Rosaria Vitiello è nata a Napoli nel 1942. Dopo la laurea in Pedagogia presso la Facoltà di Magistero dell’Università “Suor Orsola Benincasa” di Napoli, ha conseguito il Diploma di abilitazione per l’insegnamento di materie letterarie nella scuola media e la specializzazione per lo svolgimento di attività psicopedagogica nella scuola elementare e media svolta come Funzione obiettivo per disagio, orientamento, integrazione ed inserimento di alunni extracomunitari.

È Presidente dell’associazione culturale “Sabaudia per Sabaudia” ¬ finalizzata alla salvaguardia del patrimonio architettonico e alla promozione di eventi culturali ed artistici.

Ho conosciuto l’autrice in casa di amici a Sabaudia e mi ha colpita per la vis comica (tipicamente napoletana) nel raccontare barzellette, nonché per la sua cultura e tanti valori che ci accomunano, comprese certe delusioni a livello politico di una gioventù che sperava di cambiare il mondo.

Quanto squallore ci ha regalato quest’epoca in cui prevalgono poltrone, intrighi, inciuci, corruzione banche e finanza, sia a livello locale (con baruffe chiozzotte!), che nazionale e internazionale!

Nel leggere il suo libro ho ritrovato una parte dei miei ricordi d’infanzia, in particolare del dopoguerra e degli anni ’50, anche se la trama è molto centrata sulle vicende autobiografiche dell’autrice: ricordi che fanno parte della “nostra memoria collettiva”, del nostro passato.

Penso che tutti i napoletani, non solo le donne, nel leggere il libro si ritroveranno nelle realistiche e folcloristiche descrizioni di vicoli, tradizioni, giochi d’infanzia, nonché nel personaggio dello “zio d’America”, presente in molte famiglie.

Un libro “vero”, semplice, scritto con il cuore e che si legge tutto d’un fiato, avendo il pregio di essere conciso e breve.
24/6/2016
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