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Recensioni
La Pazza Gioia, il nuovo film di Virzì
di Giovanna D’Arbitrio
Dopo il successo del film “Il Capitale Umano”, Paolo Virzì torna sugli schermi con una nuova opera, “La Pazza Gioia”, che sta riscuotendo molti consensi di critica e di pubblico.

Diretto e scritto insieme a Francesca Archibugi, il film racconta la storia di Beatrice Morandini Valdigrana (Valeria Bruni Tedeschi), logorroica e ricca signora borghese, e di Donatella Morelli (Micaela Ramazzotti), giovane madre “coatta”, molto depressa e infelice per essere stata allontanata dal figlio, dato in adozione ad una famiglia benestante: due povere donne fragili e sfortunate, la cui vita è stata segnata dalla mancanza d’amore di genitori, di mariti e di amanti.

Si incontrano e diventano amiche a Villa Biondi, un istituto in cui si praticano terapie di recupero per donne affette da disturbi mentali, in custodia giudiziaria per reati commessi in uno stato alterato di coscienza.

Anche se molto diverse l’una dall’altra, sono entrambe animate da un gran desiderio di libertà e di voglia di vivere malgrado i loro gravi problemi. E così un giorno eludendo la sorveglianza di medici ed infermieri, riescono a fuggire iniziando un viaggio per darsi “alla pazza gioia”.

Nel corso di rocambolesche avventure e drammatiche ricerche per ritrovare il figlio di Donatella, alcuni flash sugli squallidi personaggi della loro vita passata fanno intuire le cause del loro disagio psichico.

Nella parte finale del film, benché segnata dal ritorno di Beatrice e Donatella a Villa Biondi, il regista fa intravedere una possibilità di guarigione e di ritrovati affetti.

Pur avendo le caratteristiche di un road movie che ricorda “Thelma e Louise” di Ridley Scott per i riferimenti alla condizione femminile e al tema della libertà, il film si muove nell’ambito della tradizione della commedia all’italiana di cui Virzì si mostra degno erede, abile nel fondere aspetti comici e drammatici ai quali aggiunge in quest’opera una particolare capacità nell’introspezione psicologica di un mondo tutto al femminile.
Ottima la scelta di V. B. Tedeschi e M. Ramazzotti, magistrali interpreti dei due personaggi principali.

In un’intervista rilasciata a Cannes, dove il film è stato presentato nella sezione “Quinzaine des Réalizateurs” che propone il cinema più innovativo, Il regista ha spiegato come gli è venuta l’idea far recitare in un film sua moglie, Micaela, e Valeria: “Il 4 marzo del mio compleanno del 2013 – ha detto Virzì – Micaela arrivò sul set del film Il Capitale Umano, a mia insaputa, e da lontano la vidi per mano a Valeria Bruni Tedeschi. Si incontravano anche loro per la prima volta e Valeria la stava guidando dal campo base fino verso il capannone del catering. Le ho viste per la prima volta insieme e ho pensato: ma guarda come sono buffe, belle e strane quelle due insieme. Forse quello è stato il giorno in cui è scoppiata una delle prime scintille che mi ha portato poi a fare questo film".

Ci sembra giusto, infine, ricordare alcuni film di successo di Paolo Virzì, come Ovo Sodo, Baci e Abbracci, Caterina va in città, Tutta la vita davanti, La prima cosa bella, Il Capitale umano.
29/5/2016
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