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Rosmarino: “Acqua della Regina d’Ungheria”
e molto altro
di Paola La Nave
Il Rosmarino (Rosmarinus officinalis), appartenente alla famiglia delle Labiatae, pianta comunissima nelle regioni mediterranee d’Italia, ebbe il suo periodo di maggiore popolarità nel Medioevo, rappresentando un elemento indispensabile di ogni orto del tempo.

Costituiva infatti, insieme con la Menta e la Lavanda, uno degli ingredienti principali dell’“acqua della Regina d’Ungheria”, una composizione ricca di effetti benefici, la cui formula purtroppo non è giunta fino a noi.

Sembra che Isabella, Regina d’Ungheria, ne avesse avuto la ricetta da un ignoto santo eremita; considerata un vero e proprio elisir di giovinezza, ebbe sull’anziana sovrana i suoi effetti in questo senso, ed inoltre la guarì dalla gotta, dai reumatismi e da numerose altre malattie da cui ella era affetta: madame Fouquet, famosa guaritrice del XVII secolo, dice nel suo libro “Raccolta dei rimedi facili e domestici” del 1678, che la Regina con la portentosa acqua “ci si lavava anche il viso, cosa che la rese più bella”.

E di certo bisogna crederle, visto che Isabella d’Ungheria, guarita da ogni malanno all’età di 72 anni, visse piacente ed in ottima salute fino agli 80, dopo aver persino ricevuto una richiesta di matrimonio da parte del Re di Polonia, rimasto “folgorato” dalla sua ritrovata giovinezza…

Abbiamo però visto che l’acqua miracolosa non faceva solo ringiovanire, ma curava anche i più disparati malanni; infatti servì a guarire anche un malato davvero illustre: sua Maestà Luigi XIV, tormentato “da un reumatismo che gli invadeva la spalla e il braccio”.

Madame de Sèvignè, nobildonna francese, speziale e medico abile, pur non possedendone i titoli, avendo provato il rimedio durante una visita in Bretagna, affermava con entusiasmo: “È divina, io me ne inebrio tutti i giorni. È una follia come il tabacco. La trovo buona contro la tristezza. Ne vado matta, è il sollievo di tutti i mali”.

Il Rosmarino faceva inoltre parte di molti rimedi tra i più importanti ed efficaci dell’antica farmacopea come, ad esempio, il “balsamo Tranquille”, noto anche come “olio di narcotico”.

Il rimedio ebbe un grande successo, con estrema soddisfazione dei due ideatori, i cappuccini empirici Padre Rousseau e Padre Tranquille, pupilli del Principe di Condè, e Madame de Sèvignè lodò ampiamente anche questo “balsamo sovrano”, responsabile della sua guarigione da fastidiosi dolori.

Della sua composizione facevano parte circa una ventina di piante, messe in infusione nell’olio, fra cui la Mandragora, il Tabacco, il Papavero bianco, lo Stramonio ed alcune Labiatae aromatiche, tra cui il Rosmarino, appunto.

La notizia più curiosa è che il tutto veniva rinforzato “da tanti grossi rospi quanto è l’olio”, cioè da una quantità di rospi dal peso uguale a quello dell’olio impiegato. Naturalmente i primi ad essere eliminati dalla formula furono proprio i rospi, poi venne diminuito il numero delle piante; ad ogni modo il balsamo di Padre Tranquille è stato molto diffuso, fino a non molto tempo fa, come rimedio esterno contro i dolori reumatici e le affezioni delle orecchie.

Nella nostra epoca, molto più realista, viene riconosciuta al Rosmarino un’azione tonica e stimolante, che lo rende ottimo per migliorare la circolazione sanguigna, favorire la digestione di certi alimenti dispeptici e aumentare il tono dei convalescenti e dei sovraffaticati.

È dotato anche di un’azione tonificante sul fegato e di un effetto stimolante della funzione biliare. In uso esterno è adoperato per bagni calmanti contro i dolori reumatici, e per quelli tonificanti adatti a bambini e convalescenti.

1/10/2015
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