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I Signori della Salute
di Vincenzo Cicala
Era sceso da via Cisterna dell’Olio e, con passo rapido, si avvicinava agli Incurabili.

Certamente era dotto, religioso praticante e persona modesta capace di intervenire a Torre del Greco, anche quando il Vesuvio continuava ad eruttare segni violenti.

Il fatto è che Giuseppe Moscati lo faceva per vocazione, quella medica e quella di santo.

Si presenta come una figura poliedrica capace di approfondire “le scienze mediche per puro sollievo e conforto al suo nobile spirito”, ma certamente soccorreva più il povero che il ricco.

Noi rispettiamo la scienza medica. Le siamo devoti e riconoscenti, ma ci aspetteremmo, ed è fondamentale, una separazione – netta - tra i partiti e la cura degli ammalati.

Certo non ci aspettiamo di incontrare nel medico una persona che fa apostolato, però esperta ed onesta sì.

Altrimenti capitano cose veramente spiacevoli. Le cito, anche se non vorrei riportarle perché si tratta di esperienza personale.

Sottoposto ad un intervento difficile, dopo circa un mese di cure, vengo dimesso, proprio di domenica, per far posto ad altri.

Però la sofferenza rinasce. Se ne accorge una congiunta. Parla a telefono con un amico emigrato, grande scienzato, e lui da il rimedio.

L’unico giovane medico rimasto non voleva eseguire né telefonare per essere autorizzato, perché tutti i sanitari erano, tranne il giovane laureato, liberi dal servizio.

Allora minacciò un intervento diretto e immediato del magistrato e riuscì ad ottenere sia il collegamento diretto sia la cura.

In effetti alcuni punti si erano aperti. L’indomani mattina il Direttore volle sapere chi aveva dato l’ordine e mi aveva salvato e disse che, se superavo anche altre 24 ore ce l’avrei fatta. E trascorsero tre mesi.

Le responsabilità mediche mi hanno fatto sempre impressione. L’Istituto di Semeiotica Medica era retto da un genio il quale aveva maturato alla sua altezza un vice che era straordinario.

Poi, per ragioni politiche, a morte sua, lo sostituì un altro di un partito diverso.

Questo fatto dell’ingerenza politica nelle nomine mediche è una consuetudine che lede gli assistiti.

Devo dire che essi possono avere l’idea di un regalo che viene portato fino a casa. Può capitare che a qualcuno della famiglia non sia gradito e,per riguardo alla persona, il commerciante si riprenda l’oggetto e lo sostituisca con danaro.

Dispiace tutto questo perché è in gioco la salute della persona e non dovrebbe accadere.

Da me, degente, un giorno vennero due infermieri, piangevano a dirotto e dicevano che non trovavano pace e chiedevano perdono.

Io non ricordavo più il fatto del cannello rimosso in sala di rianimazione e trascorsi un po’ di tempo assicurandoli che non davo loro nessuna colpa e comunque gliela perdonavo.

Vi è anche la possibilità di una negoziazione privata della propria assistenza. Si chiama intramoenia.

Gli Ospedalieri interessati possono esercitare come in fase privatista. Tu paghi in proprio anche il letto che occupi, però non credere che spendendo quattrini ti venga meglio. Può darsi di si e può darsi di no.

Io, per esempio, i soldi li ho pagati, ma la stigmata me la custodisco gelosamente. È mio parere che bisognerebbe cambiare e non introdurre nel gioco interessi politici, prestigio di diversa specie e rappresentanze onorate di provenienza varia e libera. Occorre che abbia un posto influente nella società. Un po’ difficile non dare importanza influente a chi detiene forti capitali…

Alla fine mi viene in mente Giuseppe Moscati. Il respiro diviene bello pulito e mi viene di chiederGli un Suo intervento di onesta riforma.
6/7/2015
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