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Sanità
Nuove frontiere nella cura dei tumori
di Mario Caruso
Sui vari approcci terapeutici rivolgiamo alcune domande al professore Valerio Ventruto* perché chiarisca in cosa consistono e a che punto è la ricerca.

La chemioterapia, la radioterapia e la escissione chirurgica sono oggi i rimedi adottati nella cura delle malattie cancerose.

Sono tutti mezzi aventi lo scopo di eliminare con strategie diverse le cellule tumorali, con risultati spesso soddisfacenti.

La principale limitazione al loro uso, nel caso della chemioterapia, sta nel fatto che unitamente alle cellule cancerose questi farmaci danneggiano anche il patrimonio cellulare sano.

Finora non è stato trovato un farmaco chemioterapico strettamente selettivo.

Professore Ventruto, quali sono le novità di cui si sente oggi parlare?
In verità si tratta di mettere in atto procedure già pensate in passato ma che solo i recenti progressi sulle conoscenze del DNA consentono di sperimentare. Parliamo di immunoterapia.
Mentre le terapie tradizionali mirano a trovare mezzi idonei a distruggere le cellule cancerose, con la immunoterapia si vuole mettere il soggetto colpito dalla malattia non di essere curato con mezzi estranei ma di essere in grado di crearsi mezzi propri di difesa e di lotta.

In che modo avviene questo interessante e si direbbe rivoluzionario approccio?
Partiamo da lontano, dalla fine cioè del XVIII secolo, quando Edward Jenner notò che le mungitrici di latte che avevano contratto il vaiolo bovino e ne erano guarite, non contraevano mai il vaiolo umano.
Jenner comprese la non casuale associazione degli eventi e per la prima volta utilizzò il materiale preso dalla pustola di vaiolo bovino per impedire l’insorgenza del vaiolo umano.
Cento anni più tardi Louis Pasteur pose le basi sull’immunità e sulle possibilità del suo impiego nella prevenzione e nella cura di malattie gravi come la rabbia, il colera, il tetano.
Iniziava con Pasteur l’era delle vaccinazioni e della immunoterapia: gli agenti patogeni (definiti antigeni) non vengono uccisi mediante somministrazione di sostanze estranee, ma combattuti direttamente dalle difese organiche insite nell’individuo (definiti anticorpi) se opportunamente stimolati.

Quali applicazioni ha trovato l’immunologia nella cura dei tumori ?
La cellula tumorale deve essere considerata estranea all’organismo e il cancro visto come un’infezione.
In effetti è tale perché nel suo DNA sono avvenute importanti modifiche (mutazioni) che lo differenziano dai tessuti sani. Quindi è una sorta di antigene, al pari di malattie come la toxoplasmosi o l’infezione da citomegalovirus, contro cui creiamo gli anticorpi. Ma come per la toxoplasmosi o l’infezione da citomegalovirus è necessario conoscere la composizione dell’antigene estraneo, lo stesso dicasi per la cellula cancerosa, se la consideriamo un antigene.
Mentre la chemioterapia e la radioterapia prendono di mira il tumore agendo dall’esterno, l’immunoterapia induce ad attaccare le cellule malate dall’interno, attivando e rinforzando il sistema immunitario del paziente. Le notevoli conoscenze sulle proprietà del DNA hanno consentito queste nuove possibilità.

Può indicarci in che maniera ciò avviene?
Gli approcci all’immunoterapia oncologica possono essere diversi. Va premesso che un vantaggio non trascurabile è dato dalla possibilità di attaccare anche le cellule tumorali metastatiche.
Ricordiamo brevemente i principali mezzi attualmente in sperimentazione.
Utilizzo di anticorpi monoclonali, che riconoscono molecole (antigeni) presenti sulla superficie delle cellule tumorali.
Uso di vaccini che hanno lo scopo di immunizzare il corpo contro certi tipi di tumore e prevenirne la comparsa (ad esempio il vaccino contro il Papilloma virus, che favorisce il carcinoma della cervice utetina).
Ingegneria genetica mirata: consiste creare anticorpi (linfociti modificati) capaci di riconoscere specifici antigeni presenti sulla cellula tumorale.
Questi linfociti si legano agli antigeni delle cellule tumorali e le uccidono.
Naturalmente si deve conoscere la composizione del DNA dell’antigene presente sulla membrana della cellula tumorale.
Questa tecnica apre la via alla creazione di farmaci personalizzati.

A che punto sono le applicazioni oggi di queste innovative terapie? Sono state applicate in qualche tumore?
A Siena viene già eseguita nella cura del glioblastoma, un non raro tumore cerebrale. Immunoterapia oncologica è stata sperimentata con successo in qualche caso di cancro del polmone e di melanoma. I risultati sono quindi promettenti ma vanno evitati entusiasmi troppo immediati.
Sono tecniche nuove che stanno suscitando sempre più interesse ed entusiasmo, ma che richiedono tempi ancora non brevi di collaudo, anche alla luce di non poche differenti risposte ai trattamenti finora eseguiti.
A quanto sopra esposto, desidero aggiungere una mia personale considerazione: l’uomo ha usato la scoperta dell’energia atomica per fare un arsenale di bombe atomiche.
Devasta le foreste dell’Amazzonia, la più importante fonte di ossigeno per il pianeta; trafora la terra alla ricerca di altri pozzi petroliferi; non ha compreso l’importanza della biodiversità (vegetale e animale) per la futura sopravvivenza di tutti gli esseri viventi sulla terra; e altro ancora.
L’ingegneria genetica potrebbe un giorno deviare dai fini prettamente utili e terapeutici che sono stati intravisti.
Si potrebbero teoricamente devastare intere popolazioni in tempi brevissimi: basterebbe modificare uno dei virus epidemici o pandemici dell’influenza, indirizzando il suo tropismo non alle vie respiratorie ma al cervello: si avrebbero milioni di sopravvissuti cerebropatici!
Ebbe un giorno a dire Einstein: “Due cose sono infinite: l’Universo e la stupidità umana. Ma riguardo l’Universo ho ancora qualche dubbio”.

*Il Professore Valerio Ventruto è stato primario del Servizio di Genetica Medica dell’Ospedale A. Cardarelli e Direttore del Centro Sociale Regionale delle malattie ereditarie.

  • Svolge ricerca presso il CNR di Napoli.
  • Docente di Ematologia e di Genetica medica.
  • Sono state riconosciute tre nuove sindromi genetiche ereditarie da lui scoperte.
  • È autore di libri e di più di cento pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali.


e-mail: ventruto@genesmed.it
24/4/2015
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