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Sanità
Le competenze relazionali nel terzo millennio -1
Quando si diventa adulti e quando anziani?
di Sara Diamare*
Nella società odierna, le barriere generazionali tendono ad assottigliarsi per la migliore qualità della vita e per la cura del proprio aspetto.

È difficile definire i confini dei ruoli legati alle età: molti genitori, giocando ad essere perennemente giovani si privano dell’autorevolezza; molti figli adulti restano a vivere in famiglia per motivi socio-economici, rimanendo dipendenti e crogiolandosi  in un ruolo di eterni Peter Pan.

Sorgono nel contempo, intrecci e nuovi reticoli intergenerazionali, a seguito di separazioni o divorzi (nonni nipoti, generi e nuore con i suoceri...) spesso conflittuali  e problematici.

Con la nuclearizzazione della famiglia, l’isolamento, la “privatizzazione” dei  rapporti di coppia, l’informazione relegata alla TV o al web, cade la dimensione della narrazione, la possibilità di trasmettere cultura, valori, informazioni tra le diverse generazioni e si perde il senso della continuità storica.

Si dissolve l’interesse per la posterità descritto dal poeta Kalil Gibran, in cui il genitore è l'arco che scaglia la freccia verso il futuro.

La crisi che evidenzia tensione nelle relazioni coniugali e intergenerazionali, porta a fenomeni di instabilità e aumenta la difficoltà di ricevere aiuti e sostegni in età avanzata.

Tutto questo fa emergere la necessità di un costante processo di trasformazione delle competenze relazionali interne alla rete familiare, ma anche esterne ad essa.

Le conquiste del femminismo hanno messo in crisi un equilibrio di vecchia data; ma la donna, liberandosi finalmente da una logica di sottomissione e sofferenza, anche per reggere il conflitto, ha dovuto inizialmente pescare in modelli comportamentali maschili, competitivi e fallocratici, tradendo in parte le proprie valenze; nella trasmissione trans-generazionale non viene chiaramente espressa, di conseguenza, una coerente identità femminile.

Ciò ha contribuito alla incertezza nella relazione tra i sessi ed alla crisi dell’identità maschile.

II rapporto di coppia diventa più importante di quello con la parentela o con la comunità. Il motivo centrale dell'unione è il piacere personale e l’affermazione di sé anche all'interno dei confini familiari.

La reciprocità è ricercata ma i comportamenti effettivi richiamano spesso modelli tradizionali con la negazione di fatto delle pari opportunità: le donne che lavorano fuori casa devono affrontare in famiglia un secondo lavoro e, se hanno parenti da accudire, questa diventa spesso una terza occupazione.

I giovani si trovano impreparati ad affrontare la loro vita in coppia essendo inseriti in una cultura in cui la struttura tradizionale nelle relazioni tra i generi è delegittimata.

Si realizzano accomodamenti contingenti che creano ansia e fallimenti in un contesto sociale (dagli orari dei negozi e dei servizi, all'organizzazione della scuola dei figli) che non aiuta una partnership di genere.

La difficoltà di trovare nuovi equilibri si manifesta attualmente nella ricerca del proprio ruolo nella coppia, nella leadership al maschile o al femminile, nella modalità di gestione della società e dell’ambiente e in generale, trova le sue radici nel non riconoscimento e accettazione dell’altro/a quale aspetto energetico insito in ciascun essere umano.

Nei paesi occidentali, i ruoli legati al genere si sono evoluti e anche la predominanza nella coppia, prima legata fortemente al maschile, è ora legata alla personalità di ciascuno, ovvero al carattere dominante.

Dominante e dominato possono trasformarsi psico-patologicamente in vittima e persecutore, come nelle violenze di genere, nei rapporti sado-masochistici, nei fenomeni emergenti dello stalking femminile e maschile che sono il contraltare sociale dell’incertezza e della paura che ci sovrastano in questo difficile millennio.

Si iniziano però già ad intravedere sostegni alla risoluzione della crisi anche attraverso nuovi strumenti legislativi (la possibilità di chiedere permessi per la nascita di un figlio estesa, ormai anche in Italia, al padre) e formule di welfare: gruppi di famiglie danno origine a nuove reti di vicinato, organizzazioni come le banche del tempo e le associazioni familiari creano reti di solidarietà e cooperative che valorizzano le differenze di genere senza imporre ruoli predefiniti a uomini e donne.
1 - Continua

*Dirigente Psicologa Unità Operativa Complessa Controllo Qualità e referente Progetto Mattone Internazionale ASL Napoli 1 Centro,
Psicoterapeuta e docente dell'Istituto RIZA Psicosomatica
Supervisore Associazione Professionale Italiana Danzamovimento Terapeuti
Ideatrice:
del metodo "Esperienza Estetica Incarnata Creativa Consapevole" EEICC ® (con M. Montalto)
delle Schede di Lettura del corpo e del movimento DIA.DE ® (con Paola de Vera d'Aragona)
Autrice di numerose pubblicazioni scientifiche sul miglioramento della qualità relazionale e sulla DMT in contesti di promozione della salute. 
Psicoterapeuta e docente dell'Istituto RIZA Psicosomatica Supervisore Associazione Professionale Italiana Danzamovimento Terapeuti Ideatrice: ⦁ del metodo "Esperienza Estetica Incarnata Creativa Consapevole" EEICC ® (con M. Montalto) ⦁ delle Schede di Lettura del corpo e del movimento DIA.DE ® (con Paola de Vera d'Aragona) Autrice di numerose pubblicazioni scientifiche sul miglioramento della qualità relazionale e sulla DMT in contesti di promozione della salute. 

27/1/2015
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